Libertarie - Ersilia, Biografie

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signoradeglianelli
view post Posted on 22/1/2006, 12:37




Ersilia
(1864-1942?)


“Di belle fattezze è propagandista attivissima ed indefessa e con buon profitto, addimostrandosi in ogni contingenza solertissima ed acerrima nemica dell’ordine”,

con questa essenziale nota la Questura di Bologna, che le risparmia anche superficiali giudizi moralistici circa i suoi “costumi licenziosi”, riassumeva alla fine dell’ottocento le principali caratteriste dell’anarchica Ersilia Cavedagni.
Con poche altre eccezioni nel panorama femminile rivoluzionario italiano ed emiliano, la sua vita ne fa un’autentica eroina dei “due Mondi”. Dopo, infatti, una prima ed intensa attività politica in Italia, che la porta nel 1894 anche al domicilio coatto di Bassano Veneto, agli inizi del novecento si trasferisce negli USA, dove affianca nel lavoro di propaganda altri noti emigrati politici italiani: Giuseppe Ciancabilla, Virgilia D’Andrea, Carlo Tresca, Armando Borghi.
Nata a Bologna il 2 aprile 1864, Ersilia Cavedagni si avvicina all’anarchismo anche grazie alle idee professate da suo marito Giulio Grandi da cui ha una figlia di nome Edvige.
La sua casa è aperta a tutti coloro che hanno bisogno di un momentaneo rifugio o di un ritrovo per organizzare azioni di propaganda. Qui essi trovano un pasto caldo, un letto per riposare, libri e diversi giornali del movimento. Dalla sua cucina passano il poeta Pietro Gori, il pittore Felice Vezzani, Vivaldo Lacchini, Luigia Minguzzi e il marito Francesco Pezzi, il professore Luigi Fabbri e lo stesso Errico Malatesta.
Attiva nella campagna contro il domicilio coatto, collabora con lo pseudonimo Ersilia Grandi a “La Questione sociale” di Paterson e a “L’Agitazione” di Ancona, che rappresentano due tra i principali giornali anarchici del tempo.
Generosa e determinata nel professare le sue idee libertarie, si reca a più riprese in Romagna, nelle Marche, a Napoli e a Roma per rafforzare la trama organizzativa dei gruppi presenti in quei territori. I compagni sono entusiasti del suo lavoro e accorrono ad ascoltarla nelle piazze o nelle osterie di paese.
Ma l’incontro forse più importante della sua vita è quello che avviene a Bologna con il giovane Giuseppe Ciancabilla, appena passato dal socialismo all’anarchismo, che lei segue prima a Parigi e poi, nel 1899, negli USA. I due si sistemano a Paterson dove Ciacabilla è chiamato a dirigere il giornale “La Questione sociale”.
In questa cittadina industriale del New Jersey i numerosi anarchici italiani sono associati nel gruppo “Diritto all’esistenza”, lo stesso del futuro recicidia Gaetano Cresci, che anche Ersilia ha modo di conoscere.
Solo dopo l’arrivo di Malatesta a Paterson e la “messa in minoranza” delle sue tesi individualistiche, Ciacabilla abbandona il giornale per fondarne un altro: “L’Aurora”.
Sempre seguita dalla polizia, che continua a considerarla pericolosissima, nel 1903 è segnalata a San Francisco, dove l’anno successivo Ciancabilla muore di tisi a soli 32 anni.
Della loro attività Ettore Molinari e Nella Giacomelli ci hanno lasciato un bel ricordo in un loro opuscolo del 1909 dal titolo “Un triste caso di libellismo anarchico”:

“In questo modo alla Posta andavano accumulandosi sempre più i denari che dall’Italia e dall’America- per opera specialmente di Ciacabilla e di Ersilia Cavedagni- generosamente affluivano per noi, a sostegno della nostra battaglia, a incoraggiamento della nostra resistenza, a conforto dei nostri sacrifici”.

Dopo questa data la sua vita sembra non trovare pace. I suoi spostamenti sono ancora più numerosi e frequenti. Nel 1906 è Philadelphia, nel 1910 a New York, poi a Seattle dove convive con l’anarchico spagnolo Leon Morel.
Grazie alla sottoscrizione a favore de “Il Libertario” della Spezia, sappiamo nel 1912 è ancora a Seattle e successivamente a Vancouver in Canada.
Le notizie sulla sua vita e sulla sua attività politica si fanno a questo punto sempre più rare e fievoli. Nel 1923 è segnalata di nuovo a New York e nel 1926 a San Francisco, dove probabilmente terminerà i suoi giorni.
Nel 1932 aiuta il libertario Carlo Tresca, direttore de “Il Martello”, nel suo giro di propaganda in California, sottoscrivendo un appello e raccogliendo fondi per il suo autorevole giornale.
Poi opta per una scelta definitiva: nel 1938 comunica al console italiano di Stockton in California la sua volontà di non rientrare in Italia e, di conseguenza, nel 1939 viene radiata dalla “Rubrica di frontiera”, pur rimanendo nel novero dei sovversivi pericolosi e considerata una “acerrima nemica dell’ordine”.
Purtroppo di lei s’ignorano sia la data, sia il luogo della morte, che però deve essere avvenuta dopo il 1941, quando si ha l’ultima segnalazione della polizia italiana.




Fonti e Bibliografia


ACS;

CPC;

Fondo Anarchici Bolognesi;

G. Galzerano, Gaetano Cresci, Casalvelino Scalo 2001.
 
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