OBLIVION STORE, ...qui si vendono parvenze, ricordi, fantasmi..

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arwen56
view post Posted on 24/5/2006, 23:45




:) Bene, sono contenta che tu abbia interpretato positivamente i miei commenti, perchè davvero penso che i tuoi scritti potrebbero trovare un editore. Ripeto, non sono un'esperta, però credo che potresti provare almeno a spedirli a qualche rivista. Al massimo, ti diranno di no. Però è un peccato "sprecare" il tuo talento.

Il favore che vorrei chiederti è che, se hai voglia, mi piacerebbe che tu postassi i tuoi brani anche sul mio forum: A&A Forum. Il link lo trovi nella Home Page dell'Araba Fenice oppure nella mia "firma".

Su A&A Forum c'è la sezione "Il laboratorio delle parole" che è riservata ai racconti degli utenti.

Assolutamente senza impegno, Nottambula. Solo se ti fa piacere e lo ritieni opportuno.

Un abbraccio anche a te. :)
 
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nottambula
view post Posted on 10/6/2006, 23:33




Sono di nuovo nel deposito. Stasera mi sono presa tempo. sono sola, senza i miei compagni di viaggio. la solitudine qui dentro non esiste e dunque non pesa.
Ho trovato un collare, era di tobia...
Stavolta sento il bisogno di sedermi...

E’ disteso accanto a me, su uno dei suoi tanti materassini. Ogni tanto si lamenta, lo accarezzo e smette, per un po’. Ormai va a cortisone. La diagnosi una settimana fa ”carcinoma osseo con metastasi diffuse”. Come E. che se n’è andata in ottobre. E. era una mia amica, lui è il mio cane.
E’ peggiorato molto in fretta: prima di Natale zoppicava appena…si pensava ad una forma di artrosi, quasi dovuta, vista la vita che ha condotto prima che lo andassi a prendere al canile della città.

Era un pomeriggio di ottobre di quattro anni fa, un pomeriggio dolce, di quelli che respiri aria già fresca, di fine estate. Trecento cani che si sgolano, che si alzano contro le reti per farsi notare, trecento cani che hanno perdonato il loro padrone e ne supplicano un altro…
Cerco di guardarli tutti, non è facile, sono davvero tanti. Si scagliano contro le reti a destra e a sinistra del corridoio pieno di urina che separa le gabbie, mentre avanzo preceduta da una volontaria. Il baccano è infernale, a tratti qualcuno di loro mi spaventa. Sono angosciata, già con il bisogno di tornare indietro, di uscire subito da questo luogo di odori, tormenti, lamenti forti.
Tutti brutti, i cani, improvvisamente, tutti sporchi e troppo invadenti, io troppo pentita.
“Questa è la Rem…non avvicinarti troppo, è cattiva”
“Che le è successo?”
“Un mese chiusa in un garage…dentro tutto distrutto…l’abbiamo trovata disidratata …pesava dodici chili…abbiamo denunciato il padrone…lei è ancora imbestialita…”
Andiamo avanti.
La coda dell’occhio coglie qualcosa, ma procedo.
Mi viene da voltarmi. Indietreggio.
In una cuccia, in fondo ad una gabbia, due occhi nocciola liquidissimi, mi guardano. Lo guardo anch’io, lui non si muove, guarda e basta. Nessuna richiesta, nessun guaito. Ha due orecchie lunghe lunghe e un collo da cigno.
La volontaria mi raggiunge.
“E’ un cane difficilissimo, non riesce più a rapportarsi con gli uomini, non disturba, non abbaia…è un anno che è qui… e per mesi è stato randagio…l’abbiamo trovato stremato in un prato, con la catena ancora al collo…pieno di zecche. E’ stato un mese sotto flebo…nessuno lo ha mai preso in considerazione perché se ne sta nella cuccia quando arriva qualcuno. Non siamo riusciti neanche a dargli un nome. Lui è solo -il segugio-”
Procediamo. Mi concentro sugli altri cani, ma sento i suoi occhi che mi guardano.
Mi volto, lui è venuto vicino alla rete. Torno indietro e lui scappa nella cuccia.
“Non innamorartene…è davvero difficile. E’ stato picchiato davvero tanto, sterno rotto e saldato male. E’ pure cardiopatico…non mangia più. La prossima settimana lo abbattiamo.”
Riconosco la sensazione: il cuore che si dilata, i rumori che si attutiscono, gli occhi che entrano in altri occhi fino a fare male …è una sorta di delirio, di incontro con Dio, poco importa la forma che assume, poco importa che io ci creda o no. Pensavo che con l’avanzare degli anni l’avrei persa, la sensazione, un po’ come il bisogno di dormire… Invece niente.

Il canile in questo momento è vuoto, vedo solo i suoi occhi quell’espressione triste ma non del tutto rassegnata.
“Scommettiamo che lo riporti tra una settimana?”
“Magari hai ragione, ma non me ne vado senza di lui”
Lo carico in macchina. Si accuccia senza guardarmi.
La prima settimana trema, tiene la coda tra le gambe e le orecchie basse. Dopo un mese è ancora così. Forse si sente solo. Torno al canile, registro gli abbai dei cani. A casa gli faccio sentire la cassetta. Apre gli occhi e li richiude subito. Scopro per caso che smette di tremare e si addormenta tranquillo se gli metto su Marlene Dietrich che canta “Lili marleen”. E’ una ninna per lui. Finisco per odiare la dietrich e marleen…E comunque nessuna festa, nessun segno di riconoscenza quando torno a casa.
M. mi dice che non potevo scegliere di peggio, che è il cane più stupido e inutile che abbia mai visto…intanto però gli fa il bagno, gli compra le scatolette che gli piacciono, lo porta nel parco appena può. Dopo un mese non ne possiamo più: è già scappato tre volte. M.ed io a girare di notte nel parco o in macchina, stremati e delusi. Pensiamo che non si trovi bene con noi. Lo riportiamo al canile. La sera però, non ce lo diciamo, ma ci manca. Fingiamo una sorta di liberazione, troppo ostentata, troppo ripetuta, quasi a volercene convincere. L’indomani torniamo al canile… SOLO per portagli la scorta di scatolette ed un materassino. Piove a dirotto.
“Penseranno che siamo scemi”dice M.
Vuol dire che sa già che lo riportiamo a casa.
Ci dicono che la notte ha fatto un buco nella rete, che voleva uscire…ci illudiamo che volesse tornare da noi.
Lo riportiamo a casa.
………………………

Si lamenta di nuovo, è l’ora del cortisone.
……………………………………………………………………
Federica, la psicologa del canile, che per un po’ lo ha seguito ed ha un minimo di rapporto con lui, verrà a darci una mano ad insegnargli i comandi fondamentali: “alt” “seduto” “piede” “disteso”. Quelli “per farsi rispettare” e per impedirgli di scappare. Lui esegue svogliato, manca solo che sbadigli.
Ci fermiamo all’alt e al seduto. Abbiamo speso già parecchi soldi e a lui non gliene può fregare di meno. Federica si arrende, non a lui, a noi. Dice che non ci vede motivati.
Una sera, guardo bene negli occhi Tobia e capisco.
Ne parlo con M.
“Senti, dobbiamo considerarlo VERAMENTE nostro…dobbiamo smettere di pensare che possiamo riportarlo al canile, perché lo pensiamo…e lui evidentemente lo sente”
Ci vorrà un anno circa perché cominci a fidarsi di noi. Ma piano piano
Tobia comincia a mangiare, comincia a scodinzolare, a tirare su le orecchie…
Gli rimane solo il maledetto vizio della fuga, ma non scappa da noi, salta il muretto e si lancia nel parco, va a gustarsi la libertà, a correre come non ha fatto per un anno. E noi dietro, sperando che non finisca sotto le macchine, sperando che non provochi incidenti.
E’ sempre tornato, non gli è mai successo nulla.

Tra due giorni se ne andrà per sempre.





Tobia mi ha tenuta in forma.
Tutte le mattine, tarda mattinata , col sole, con la pioggia, con la neve… a correre nel parco. Tuta, berretto e scarpe da ginnastica io, lui il guinzaglio solo per attraversare la strada. Poi lo liberavo e lui galoppava. Io gli stavo dietro a fatica, poi ho migliorato:oggi riesco a fare il giro del parco di seguito senza fermarmi. All’inizio, dopo un bel tratto lui si voltava, guardava com’ero messa…quando mi avvicinavo, quando gli urlavo “l’alt”, quello che mi era costato, 100euro e la presa in giro degli amici
-ma dai! È solo un cane!-
saltellava come un matto e riprendeva a correre.
Altre volte si sedeva, mi aspettava…con la lingua di fuori ed una sorta di sorriso…a me sembrava che sorridesse, anzi, che ridesse.
“…mi umili eh? Brutto bastardo!”
Poi via di nuovo, per le stradine , su per le collinette che sembrano i dorsi di dinosauri o di enormi tartarughe addormentati. Su una collina dalla quale dominavamo il parco, sostavamo ed io lo riempivo di coccole o lo atterravo e lui poi si sdraiava e annusava , con gli occhi a fessura, un po’ l’erba un po’ l’aria.
La mattina, nel parco, intorno ai due laghetti, ci sono i pensionati,pescatori di trote, e un mucchio di anatre. Tobia non le ha mai considerate, poca considerazione anche per i pescatori.
“Ehilà, Tobia!…”
“Ciao zucòn!”
Rispondevo io per lui, affannata
“Buongiorno!”
“ La fa correre..eh?”
“E già!”
Poi la sosta alla fontana. Un anno per imparare a bere. Ha imparato da una cagna. Da vero randagio preferiva bere nelle pozzanghere.
Le cagne! Quanto mi ha fatto arrabbiare…ci provava con tutte…certe vergogne! Veramente provava a” ingropparsi” anche i maschi… pare sia una prova di “dominanza”…sarà!
Poi c’era il giro notturno. Stavolta insieme a M.
Nel parco, fino alle 23 ci sono i “canari” con i cani piccoli…Poi arriviamo noi “canari” coi cani grandi. Il parco è nostro, nessun pericolo, lo rendiamo sicuro. Certe sere, sono uscita da sola con Tobia, sapevo che qualcuno di loro l’avrei trovato, e qualcuno c’era sempre.
Certi freddi! Il parco è bello sempre, d’inverno poi, col gelo, con l’acqua ghiacciata dei laghetti, con gli alberi vestiti di neve e la luce calda dei lampioni e le papere che passeggiano nei vialetti, è veramente un pezzo di mondo fatato. E se inciampi, ti ha fatto lo sgambetto uno gnomo o un folletto, non c’entrano niente le radici dei taxodium che camminano con te lungo tratti del viale. Noi adulti, imbacuccati all’inverosimile ( ci riconoscevamo per via dei cani) a parlare del più e del meno;Tobia, Oliver, Chico, Jenny, Asia, Nichi,Lulù ed eccezionalmente Spino (un “piccolo” vecchio) a scorazzare intorno al lago, o sulle colline.
E poi le vacanze. La ricerca di residenze che lo accettassero, di spiagge dove poter andare con lui. Perché lui da solo non voleva starci. Ha visto un sacco di posti Tobia, ha preso un mare di coccole e di complimenti. Ci ha fatto chiacchierare con un sacco di persone: con cani e bambini socializzi anche se non vuoi.
…………………………………………………………………….
In quest’ultimo mese è peggiorato tantissimo. Fino ad una settimana fa riusciva ancora a camminare, ora si trascina.
Lo portiamo in braccio in giardino, si sdraia davanti al cancello di casa e guarda il parco.
Una sofferenza per lui …e per noi.
Cortisone mattina e sera, per alleviargli il dolore. Ha sempre sete. Ho sparso per casa ciotole piene d’acqua e materassini e sto con lui tutto il tempo che posso.
Dorme in camera di fianco al mio letto…si lamenta, lo accarezzo e smette.
Stamattina, aveva la pipì, ha tentato di scendere le scale…le gambe non hanno retto…è caduto. Si è lamentato forte. Sono volata giù dal letto, l’ho preso in braccio, mi guardava sofferente, umiliato.
Me lo sono coccolato per un bel po’, gli ho dato la pappa poi ho chiamato R., il mio amico veterinario.
“R., sei sicuro che non si può fare nulla?”
“Sicuro, solo continuare coi farmaci…”
“Allora…..… domani sera………..tu puoi?”
“A che ora vuoi portarmelo?”
“Vorrei che se ne andasse…da casa. Puoi venire tu?
“ ……………………….”
“Verso le 21…puoi?”
Può.

Ultimo giorno con Tobia.
Giovedi 13, giornata di sole. La mattina stiamo in giardino, i mici gli girano intorno. Gli vogliono veramente bene. Lui ha gli occhi tristissimi e soffre. Io mi sento intontita.
Alle 15 vado a lavorare, i nonni vengono a fargli compagnia. Alle 17 chiedo alla mia collega di continuare da sola, non devo neanche inventarmelo il mal di testa. Dico che vado a prendere un’aspirina.
Volo a casa. Lui è ancora in giardino. Pappa, acqua e coccole…poi via, riattraverso la città, torno a lavorare.
Stasera finisco prima. Alle 19 sono a casa.
Due ore…ho due ore per preparargli una buona morte.
Metto tre materassini sul divano della sala, poi il lenzuolo che sarà il suo sudario.
Arriva anche M. Gli affetta del prosciutto, gli fa bere tanta acqua, lo sorregge per fargli fare la pipì. Poi lo adagiamo sul divano. Noi con lui. Lo accarezziamo entrambi.
“Tato bellissimo”
gli ripetiamo col tono più normale possibile.
Si addormenta tranquillo.
Alle 21 suona il campanello. R, sei sempre così maledettamente puntuale! Il cuore, il mio, sembra fermo. Il dolore rallenta i movimenti.
Tobia si sveglia. R. si siede vicino al divano, prepara le siringhe.
Ma aspetta, parla con noi…con Tobia. Noi continuiamo ad accarezzarlo, il tato. In cucina la tivù è accesa, le luci della sala tutte accese.
“Ora gli faccio una pre-anestesia che lo intontisce un po’…”
esegue.
Tobia non reagisce. C’è ancora tutto, l’espressione è più tranquilla, il farmaco ha intontito il dolore. Continuiamo ad accarezzarlo e a parlare. R. è davvero bravo, cerca di distrarci.
“Ora gli faccio l’anestesia più pesante…una specie di “trip” sognerà di rincorrere lepri giganti!”
“Non gli sono mai interessate le lepri …”dico. E la voce è roca e insicura.
“…allora le cagnette…” dice R. con un sorriso tranquillo, poi aggiunge
”il vostro dolore piano piano diminuirà, il suo aumenterebbe…”
M. continua ad accarezzarlo, a mettergli la mano vicino al muso perché senta il suo odore. Io non riesco a controllare le lacrime che vanno per loro conto. “E’ meglio il dolore al vuoto” Non ricordo chi l’ha detto. No, è meglio il vuoto, il dolore annulla qualsiasi vicinanza, da un certo punto di dolore in poi.
“Adesso aspettiamo qualche minuto…”R. continua a parlare di Tobia, si rivolge proprio a lui
“Ma quanto ci hai fatto tribolare con quell’orecchio..eh? cagnone..”
Il battito cardiaco ora è rallentatissimo.
“Procedo?” ci chiede.
Annuiamo. Procede. E’ una questione di attimi. Tobia non c’è più. Finalmente ha la faccia rilassata, come non lo vedevamo da un po’.
Dorme tranquillo. E’ bellissimo.
R. va via da solo. Conosce la strada. Noi restiamo lì, seduti accanto a lui. Io continuo ad accarezzarlo, è caldo, per me dorme. Dopo un paio d’ore M. lo prende in braccio, lo porta al piano terra e lo adagia su una poltrona. Tobia continua a dormire. La buca nel giardino è già pronta, proprio di fianco alla magnolia…
Domattina…ora lasciamo che dorma.


 
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Mnemosine
view post Posted on 10/6/2006, 23:55




letta per la seconda volta....notty....mi sono commossa di nuovo... :cry:
 
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rimmel..
view post Posted on 11/6/2006, 14:51




Mi sono commossa anch'io.
Ho pensato a Lulù, così decisi di chiamare una bellissima cagnetta nera che trovai per la strada in una serata d'inizio autunno.
Era impaurita, sofferente e smarrita, un pò come mi sentivo io quella sera.
Il destino o il caso c'aveva fatto incontrare:
Lulù per la prima volta aveva trovato l'amore, anche se a stento i suoi occhioni gialli riuscivano a guardare serenamente i miei.
Io trovai in lei un nuovo stimolo per amare, la sua sofferenza era troppo grande per lasciarmi inerte.
Rimasi a guardarla per un pò, l'accarezzai, aveva una ferita nella zampa destra.
La portai a casa, la curai e feci il possibile affinchè stesse sempre meglio; non fu facile, ma più i giorni passavano, più Lulù era forte e fiduciosa! Era davvero bellissimo vederla così.
Purtroppo però il nostro "incontro" non durò a lungo.
Una mattina di qualche mese dopo, forse qualcuno decise un'altra volta per noi, o forse doveva solo accadere, e così è stato.
Fu quella mattina infatti, che Lulù mi salutò per l'ultima volta, con ancora una velata timidezza negli occhi ma con l'amore nel cuore.
Fu una mattina "senza ritorno", per la seconda volta gli fecero del male : l'ultima.
Ebbe solo la forza di tornare barcollante nel suo nido d'amore, ma non ci fu nulla da fare, il suo cuore si fermò quasi subito dopo. Il tempo di una carezza e di un ciao.
Avvelenamento fu la diagnosi del veterinario, niente da fare purtroppo.
Proprio quando aveva trovato fiducia nell'uomo, fu ancora "lui" a negargliela per sempre.
Ora Lulù è nel mio cuore, insieme alle cose a me più care.
Dorme serenamente con un fiocco azzurro ed una collana rossa, accanto ad un albero di mimose:-)
Gialle come i suoi occhi.
Sorride Lulù, lo so, perchè nessuno potrà più farle del male.
 
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nottambula
view post Posted on 13/6/2006, 12:14




Rimmel, lo sai che ti capisco, vero?
Mi pice pensare che ci sia un paradiso degli animali dove tobia rincorre le anitre celesti e gioca con la tua lulù ..
 
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rimmel..
view post Posted on 13/6/2006, 18:09




Certo che lo so nottambula..
Per questo ho voluto ricordare lulù "vicino" a tobia..
Aaah.. lo penso anch'io che si divertono da matti insieme.. Non può che essere così..
Un caro saluto nottambula e un abbraccio "virtuale" :-)
 
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Mnemosine
view post Posted on 21/6/2006, 19:47




notty....altre storie....aspettiamo :D
 
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nottambula
view post Posted on 23/6/2006, 00:20




Non mancherò! :shifty:
 
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37 replies since 1/5/2006, 01:35   779 views
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