"Le storie dell'ippogrifo", Capitolo 2: Dell'amore e di gabbiani

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lamya
view post Posted on 24/11/2005, 01:42




E’ la luce vespertina quella che Angelica prediligeva:quella che si distende sulla sabbia, lasciata libera dai corpi ed adagiata nella pace della sera.
Gli ombrelloni erano stati rinchiusi ad uno ad uno dal bagnino; gesti lenti, quotidiani, da consumare nell’assenza di pensieri.
Le gabbianelle si posavano leggere sul confine del mare ed i bagnanti si erano tutti allontanati dalla spiaggia lasciando che il fragore si sciogliesse nelle ombre lunghe della sera.
Ripensava alla notte precedente.
Come aveva fatto lui a leggerle nella mente?
Era sempre stata brava a nascondere i pensieri che si ammucchiavano o che rimbalzavano qua e là nella sua mente.
Lei sapeva scrivere e parlare di una grafia e di una voce leggere, quel tanto che bastava a disegnar le cose così come lei voleva che sembrassero.
Eppure, aveva avuto la sensazione d’esser nuda al suo cospetto, quella stessa sensazione che aveva provato la prima volta che l’ebbe conosciuto, quello sgomento improvviso d’esser stata scoperta per quel che davvero era.
Passò le mani fra i capelli: -“Ovviamente , ovviamente ho sbagliato , sarà stata una coincidenza…” disse fra sé e sé, resettando il dubbio con un gesto repentino.

Intanto continuava a scendere la luce , una luce garbata e gentile che illuminava le cose senza sfacciataggine, come quando da bambina la madre metteva un foulard sull’abajour per farla addormentare senza la paura della notte.

Lontano, sugli scogli, la spuma disperdeva il mare nell’aria.

“Che fai qui a quest’ora?”, una voce all’improvviso.
Fu un sussulto , non l’aveva sentito arrivare, ma era lì di fronte a lei a disegnar un’ombra proprio dove i piedi affondavano nella sabbia ancora calda.
Lui era un bell’uomo, alto, con lo sguardo profondo ed i lineamenti regolari.
Qualche segno dell’età sul volto,forme e modi discreti, sempre a proprio agio in ogni situazione.
Era incredibile come lui la osservasse senza dire una parola, e senza chiederle nulla, le si era semplicemente seduto accanto, accendendosi una sigaretta sul lato sinistro della bocca.
All’improvviso , come lei era solita fare, aprì per gioco una delle sue domande buffe ed inaspettate.
Era una di quelle domande che nessuno sa da dove arrivino e perché arrivino lì proprio in quel momento, senza una ragione apparente
- ma senti, iniziò,
- dimmi …continuò lei
- Tu , tu come lo riconosci un amore tu?
Lui scoppiò a ridere - ma sei proprio scema , ti sembrano domande da farmi così senza un ragione, mi devo prepare accuratamente per darti una risposta di questo genere
-Tu rispondi ,sempre che tu ce l’abbia una risposta! e gli rubò la sigaretta dalle labbra aspirandola profondamente.
Stizzito da quel gesto decise d’esser serio così abbracciò le ginocchia raccogliendosi le gambe a avvicinar le idee
-Vedi, Angelica,si fermò e guardò il mare oltre il fumo della sigaretta
-Ci sono molti amori e ciascuno ha la sua parte di verità e la propria grandezza e anche se dei molti amori di questo mondo, il più grande è certamente quello per i figli,il più difficile, quello più misconosciuto è invece l’amore per se stessi.
Cul de sac: l’amore per se stessi”
Eccola lì Angelica messa all’angolo,con la sabbia nella mano misurare il tempo che se ne scivolava via.
Abbassò gli occhi e con fare meno spavaldo e gli restituì la sigaretta quasi a voler chiudere il discorso
-fuma tu io non ne ho più voglia!

Ormai aveva cominciato ed era difficile fermarlo senza sembrare la solita bambina capricciosa.
-Difficile è amare se stessi disse continuando a rincarar la dose
-Talvolta l’egoismo viene scambiato per amore di sé, ma in molti sbagliano perché quella è solo ricerca del piacere o il soddisfacimento di un bisogno..Amare se stessi è ben altra , è consapevolezza dei propri limiti e delle proprie virtù ed è la capacità di conviverci in equilibrio
Godere di sé senza cadere nella trappola dell’autocompiacimento è la vera via da seguire.
Lei lo interruppe - Ma non siamo soli a questo mondo, io parlavo degli altri amori.
-Quali?
-Quegli amori , mi capisci?
-Ah, sì quelli...
Ammiccarono reciprocamente.
Quelli non si riconoscono mai!
-Mai mai?
-No, perché a volte son passioni, a volte tenerezza, a volte solo il bisogno di fuggire dalle solitudini.
Di questi amori, vedi Angelica, si va cercando,dell’amore per un amico, per una donna o per un uomo, su quelli non devi porti domande, non esistono risposte, devi solo aspettare che ti accadano.

In quella luce vespertina l’aveva interrogato, quando già ne sapeva il risultato.
Aveva imparato nel corso della vita che l’amore, quello ricevuto, non è fatto di domande; quando chiedi già qualcosa è fuori posto.
Cosa le mancava allora?
In quel preciso momento nulla, proprio nulla mentre s’alzava in volo un gabbiano, nella luce buona della sera .
Andava bene così…andava bene, tutto bene così….

Quella sera, quella stessa sera, scrisse sul suo solito quaderno un'altra poesia, come fossero domande , come fossero risposte.

Nutro la mia anima
di roccia e di spuma di mare

Il tempo posa le parole
tra i rovi e le conchiglie
mentre incollo i miei pensieri
quattro dita sotto la Luna.

I sogni sono di velluto
nella notte
ma cambiano colore
quando si fa giorno.


Non c'è virtù
né equilibrio
nel desiderio negato

Di te
il mio antico bisogno
di respirare
ad occhi chiusi l’aria

Se puoi
insegnami l'arte del buio
e dei passi incerti a mani protese

Insegnami
a cercare le forme
i contorni dei desideri

Intuirò la libertà.
 
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