I treni

« Older   Newer »
  Share  
lamya
view post Posted on 25/11/2005, 10:37




Immaginate qualcosa di più romantico ed al contempo di più esaltante dell’idea del treno?
Da quando, circa duecento anni fa, il “ Signor Progresso” ci ha consegnato questo mezzo di locomozione il treno è divenuto una delle metafore ed una delle immagini più coinvolgenti della letteratura , della poetica e della pittura
Ripensiamo al potere evocativo della stazione di Saint Lazare che dipinse Monetuser posted image



Il treno, al suo comparire, racchiuse in sé l’idea di un improvviso sprint della storia, la sensazione che tutto accelerasse in maniera vorticosa.
Mi viene da pensare a quale senso di eccitazione e di sgomento provasse il mondo di allora di fronte a questa nuova velocità, quasi come se non fossero solo le merci e le persone a spostarsi da un capo all’altro del mondo, ma anche le idee, l’anima dell’umanità.
Viene forse da sorridere nel paragonare quella velocità a quelle attuali di un aereo o addirittura dei voli spaziali ; confini impensabili che vengono oltrepassati , nuove frontiere e l’uomo al centro di tutto questo:
Credo che quella sensazione possa essere paragonabile a quella che prova mia madre di fronte alla velocità di diffusione dell’informazione e della conoscenza attraverso internet.
Ma il treno , treno avevo qualcosa di più : quell’idea romantica che forse non accompagna oggi gli spostamenti spazio temporali della informatica.
Quell’idea romantica che in qualche modo non mi abbandona anche oggi fra vicende di cimici e quanto di altro la cronaca possa legare al trasporto su rete ferroviaria.
Il treno è un mondo a sé, un microcosmo itinerante, che ora come allora contiene le storie collettive ed individuali.
C’è infatti tutta una rete sociale e relazionale negli scompartimenti di un treno ; vi capita mai di osservare chi avete davanti?
Un signore che legge, un altro che sbircia , due viaggiatori che intrecciano una conversazione, un uomo e una donna che si corteggiano con la parola o lo sguardo, l’intreccio delle suonerie dei cellulari che squillano.
Un micromondo effimero che muta al mutare delle stazioni nelle quali un treno sosta: passeggeri scendono, passeggeri salgono e la trama cambia per non cambiare mai.
Il treno… e scorrono nella mia mente le immagini evocative di Anna Karenina o quelle intriganti di Assassinio sull’orient- express.Ripenso a Carducci nelle sue Odi e alla corsa folle di “un orribile mostro che si sfrecciae corre”, alle atmosfere rarefatte di “ una mattina d’autunno” alla stazione, ripenso a “Davanti San Guido.
Ma come dimenticare anche Pirandello o il Manifesto futurista di Marinetti o la poetica pascoliana Notte d'inverno, In viaggio, Le rane e In capannello.

Io… che ho il terrore di volare e che rincorro l’archetipo del volo, ma che alla sola idea che fra me e la terra ci sia il vuoto sento venir meno il respiro, appartengo a quel mondo di persone che ama il viaggio del treno.
Il viaggio del treno, ora come allora, non è solo simbolo del movimento, ma indica anche l’idea del tempo dilatato , è metafora della vita che racchiude se stessa : c’è un punto di partenza ed un punto d’arrivo, ci sono fermate che per noi sono intermedie e per altri son punti d’arrivo o partenze, ci sono persone che salgono e scendono, persone che lasciamo alle spalle, persone che ci aspettano o persone alle quali torneremo e poi… poi e c’è il mondo intorno che sfreccia oltre i vetri del finestrino, quel mondo che continua ad esserci anche quando noi siamo un passo più avanti… anche quando noi scenderemo
 
Top
MichiWeb
view post Posted on 25/11/2005, 19:36




(Bentrovati).

Io quando penso al treno penso ad una della metafore più potenti che siano mai state espresse dall'umanità.
Penso ad esempio a cosa sarebbe la musica e la letteratura popolare del più grande paese contemporaneo senza quell'idea.
Penso all'incredibile capacità del mezzo di astrarsi dall'obiettivo "tecnico" originario di unire luoghi e genti lontane per diventare esso stesso luogo a sé e tempo a sé.
Penso che abbia garantito nelle generazioni l'idea, indispensabile, della lontananza come unità di misura dell'esistenza.
Penso a mio suocero, che non c'è più, che i treni li guidava.
Penso alla passione feroce che ha segnato la mia infanzia guardando i meravigliosi "Marklin" che giravano sui piccoli binari alimentati dal trasformatore a 4,5 volt.
Penso a quei maledetti giorni del 1974 e del 1980.
Penso al giorno che vedrò i mie figli salire su qualche treno, e non riuscirò a farmene una ragione.

Penso che mai mezzo tecnico o meccanico o comunque frutto dell'ingegno umano abbia mai avuto la singolare capacità di farsi categoria del modo di comunicare e di pensare: il volo di Lindebrgh era "atteso" ed elitario, l'apparizione della locomotiva ebbe qualcosa di miracolistico eppure popolare.



Edited by MichiWeb - 25/11/2005, 19:36
 
Top
FlaK ( vero )
view post Posted on 28/11/2005, 10:00




Il treno è una bella immagine. "L'arrivo del treno alla stazione di La Ciotat", il primo film della storia, con le persone che, terrorizzate, fuggivano dalla sala dove i fratelli Lumière iniziavano una storia che dura ancora oggi.
Ma l'aereo...l'aereo... un mucchio di fili, di tela e di legno....Forme esitanti, all'inizio del secolo, come una borsa della spesa di quelle di una volta. Uomini seduti senza nessuna protezione intorno, nudi contro, e dentro, il vento.
Piccoli voli, come balzi di quaglia, per regalare all'uomo la realizzazione di un sogno antico.
Non ingegneri, tecnici in camice bianco, ma un fabbricante di biciclette fallito due volte, qualche gentleman dall'animo sportivo, qualche amante della meccanica senza arte nè parte, da lì nasce la storia del volo.
Otto Lilienthal, pazzo visionario che si buttava di corsa dai pendii delle colline, come ora fanno muniti di materiali fantascientifici anche il salumiere e l'ortolano, incoscenti di ripetere il gesto di qualcuno che era capace di sognare.
Forme arrotondate, dopo, vicine a quelle, così amate, delle donne.
Belle, armoniose, eleganti. Cosa c'è di più bello della pianta alare di un aereo?
Cosa c'è di più bello della curva che forma il fondersi della deriva con la fusoliera? Forma nate per l'acqua e trasferite all' aria. Elementi non naturali per l'essere umano, richiedono perizia e coraggio e amore, anche, perchè ci si possa avventurare. Esattamente come accade nell'amore tra donna e uomo.
E forse è per questa ragione che il volo, l'impresa solitaria di Lindbergh, le crocire di Balbo, i raid di Amundsen, di Peary, di Nobile, di Chavez ed i mille altri nomi che riconosciamo nella toponomastica quotidiana, anche senza saperlo, infiammano le folle deliranti degli anni 20 e 30, e si perpetuano fino a quella lunga notte che si conclude con quelle parole, che ancora abbiamo nelle orecchie, con quella frase, " the Eagle has landed", che segna la fine di un'epoca e la svolta per iniziarne un'altra.
Dunque, il volo. Il volo come immaginazione e delirio collettivo. Il volo come avventura solitaria. Il volo come trasposizione dei sogni di tanti nell'azione di uno. Il volo è romantico. Il volo è Saint Exupery, piccolo principe, finito sul fondo del mare. Il volo di notte, che, letto sulle poltroncine del metrò, a 24 anni, mi regalava in una frase, il senso delle cose.
Il volo è anche un'altra cosa. Il ricordo. Vedere quel tubo bianco di alluminio, al museo della scienza e della tecnica, e sapere che su quel tubo, dentro quel che rimane del Campini Caproni N.1, primo aeroplano a reazione del mondo capace di volare per 600 km, da Milano a Roma, ci mise le mani papà, installando sul campo l'impianto oleodinamico. Ditta Magnaghi oleodinamica, dice una piccola targa metallica, a malapena leggibile, vicino a quella che era la connessione con l'ala. Forse il volo è èlite. Forse è una cosa per pochi. Forse non ci rende protagonisti. Forse siamo solo passeggeri. Ma voliamo.....
 
Top
lamya
view post Posted on 22/2/2006, 14:29




Devo premettere che adoro viaggiare in treno.

Certo sono una privilegiata perché non uso il treno per lavoro , i pendolari avranno a buona ragione un diversa visione di questo particolare mondo , io la non ignoro e non la metto in discussione , l’accantono solamente in questo frangente.

Mi piace viaggiare in treno per due ragioni fondamentali: la prima è che guido malissimo e quindi l’impiego di un mezzo pubblico tutela sia la mia che l’altrui incolumità, la seconda e che il treno mi consente sia una fantastica full immersion nella socialità che l’opposta possibilità di rinchiudermi in un percorso introspettivo che dura almeno la lunghezza della tratta.
Mi piace viaggiare in treno a partire dalle stazioni che sono uno dei più fantastici crocevia di varia umanità che si possano oggi vedere.
C’è l’idea della genti nelle stazioni e del mondo in movimento e mi elettrizza trovarmici nel mezzo. Se ci si mette al centro di una stazione e si ruota a 360 gradi su stessi vediamo fotogramma dopo fotogramma i diversi pezzi del puzzle: etnie diverse, generazioni differenti, vediamo le lady bug e le signore in pelliccia , la valigia di Gucci a pochi metri dallo zainetto, le ventiquattrore accanto ai valigioni ricolmi dei grandi pendolari.
Una volta c’era pure la valigia di cartone legata con lo spago, simbolo di un mondo che non è sparito ma si è solo diversamente vestito.
Mi ci perdo nelle montagne di panini avvolti nel celophan , nelle macchinette distributrici di alimenti ,nella gente che corre alla coincidenza e in quella che bivacca nelle sale d’aspetto.
Osservo tutto e penso.: a volte sorrido a volte mi scandalizzo.
Salire sulla carrozza passeggeri è poi un’altra avventura che comincia perché mi diverte scoprire quale compagni di viaggio mi ha assegnato il destino.
Salgo, cerco il posto corrispondente alla mia prenotazione e lancio una breve occhiata a chi già c’è o ai posti vuoti, sorrido e saluto, sistemo le mie cose e mi siedo.
E’ interessante notare le posture, le gambe accavallate, le braccia incrociate o chi si “stravacca” sui sedili.
L’ultima volta c’era un’allegra famigliola reduce da un’avventurosa traversia di disservizi di Trenitalia. Se ne stava paciosa una signora immensa a consumare una focaccia che fuoriusciva da una sacchetto unto e bisunto, tutta intenta a passare a marito e figli quello che poteva essere tranquillamente un menù per una perfetta scampagnata in riva ad un lago. Più in là un signore affettato si atteggiava signorilmente fra un note book aperto ed un cellulare impazzito., mentre tre ragazzine allegramente passavano da una risata all’ascolto di un cd.
Un signore indiano ha dato una sbirciata inorridita alla mia nuova cintura “pezzata mucca” ed una signora mi osservava distrattamente sollevando di tanto in tanto gli occhi da un catalogo d’arte.
Di solito non leggo subito perché se c’è qualcuno disposto a parlare con me mi piace farlo e mi piace farlo partendo da Lei perchè mi dà l’idea di una persona nuova, per la quale il tu è francamente fuori luogo.
Non sono una formalista ed ho sempre pensato che il Lei non traduca necessariamente il rispetto nei confronti del nostro interlocutore, ma ci sono luoghi, situazioni comunicative che necessitano delle forme più appropriate e per le quali il Lei è doveroso e maggiormente opportuno., non è solo un fatto generazionale, semplicemente una situazione che va valutata di volta in volta in rapporto ai ruoli ed ai rapporti.

Scorrono velocissimi il il tempo ed il paesaggio fuori dal finestrino e di solito arrivo a destinazione in un tempo psicologico che è molto più breve di quello reale… altra stazione altro crocevia di mondi.
 
Top
le_signet
view post Posted on 22/2/2006, 18:01




In treno

Come corre questo treno!
Corre corre in un baleno
attraversa la vallata,
vagamente punteggiata
di ridenti casettine,
che han per sfondo le colline.

Corre corre questo treno
così zeppo, così pieno
di bambini birichini
addossati ai finestrini,
sempre pronti ad esclamare,
tutti intenti ad ammirare
la campagna verdeggiante
che se n'fugge sull'istante.

Corre corre questo treno,
corre corre senza freno
ed il mar s'avvicina:
ne vediam l'onda azzurrina,
l'onda bella tanto amata,
e col cuor spesso invocata.
Ti saluto, mio trenino;
sono giunta al mio destino.
Bice Formentini



Il treno corre veloce ed attraversa la campagna verdeggiante. I viaggiatori si addossano ai finestrini per osservare il panorama.
Una volta a destinazione si scende e il treno riparte frettoloso.

Dopo il passaggio fragoroso del treno, torna il silenzio!

Anche a me piace viaggiare in treno, ma non ho tanto tempo a disposizione.

Edited by le_signet - 22/2/2006, 18:02
 
Top
4 replies since 25/11/2005, 10:37   256 views
  Share