Immaginate qualcosa di più romantico ed al contempo di più esaltante dell’idea del treno?
Da quando, circa duecento anni fa, il “ Signor Progresso” ci ha consegnato questo mezzo di locomozione il treno è divenuto una delle metafore ed una delle immagini più coinvolgenti della letteratura , della poetica e della pittura
Ripensiamo al potere evocativo della stazione di Saint Lazare che dipinse Monet
Il treno, al suo comparire, racchiuse in sé l’idea di un improvviso sprint della storia, la sensazione che tutto accelerasse in maniera vorticosa.
Mi viene da pensare a quale senso di eccitazione e di sgomento provasse il mondo di allora di fronte a questa nuova velocità, quasi come se non fossero solo le merci e le persone a spostarsi da un capo all’altro del mondo, ma anche le idee, l’anima dell’umanità.
Viene forse da sorridere nel paragonare quella velocità a quelle attuali di un aereo o addirittura dei voli spaziali ; confini impensabili che vengono oltrepassati , nuove frontiere e l’uomo al centro di tutto questo:
Credo che quella sensazione possa essere paragonabile a quella che prova mia madre di fronte alla velocità di diffusione dell’informazione e della conoscenza attraverso internet.
Ma il treno , treno avevo qualcosa di più : quell’idea romantica che forse non accompagna oggi gli spostamenti spazio temporali della informatica.
Quell’idea romantica che in qualche modo non mi abbandona anche oggi fra vicende di cimici e quanto di altro la cronaca possa legare al trasporto su rete ferroviaria.
Il treno è un mondo a sé, un microcosmo itinerante, che ora come allora contiene le storie collettive ed individuali.
C’è infatti tutta una rete sociale e relazionale negli scompartimenti di un treno ; vi capita mai di osservare chi avete davanti?
Un signore che legge, un altro che sbircia , due viaggiatori che intrecciano una conversazione, un uomo e una donna che si corteggiano con la parola o lo sguardo, l’intreccio delle suonerie dei cellulari che squillano.
Un micromondo effimero che muta al mutare delle stazioni nelle quali un treno sosta: passeggeri scendono, passeggeri salgono e la trama cambia per non cambiare mai.
Il treno… e scorrono nella mia mente le immagini evocative di Anna Karenina o quelle intriganti di Assassinio sull’orient- express.Ripenso a Carducci nelle sue Odi e alla corsa folle di “un orribile mostro che si sfrecciae corre”, alle atmosfere rarefatte di “ una mattina d’autunno” alla stazione, ripenso a “Davanti San Guido.
Ma come dimenticare anche Pirandello o il Manifesto futurista di Marinetti o la poetica pascoliana Notte d'inverno, In viaggio, Le rane e In capannello.
Io… che ho il terrore di volare e che rincorro l’archetipo del volo, ma che alla sola idea che fra me e la terra ci sia il vuoto sento venir meno il respiro, appartengo a quel mondo di persone che ama il viaggio del treno.
Il viaggio del treno, ora come allora, non è solo simbolo del movimento, ma indica anche l’idea del tempo dilatato , è metafora della vita che racchiude se stessa : c’è un punto di partenza ed un punto d’arrivo, ci sono fermate che per noi sono intermedie e per altri son punti d’arrivo o partenze, ci sono persone che salgono e scendono, persone che lasciamo alle spalle, persone che ci aspettano o persone alle quali torneremo e poi… poi e c’è il mondo intorno che sfreccia oltre i vetri del finestrino, quel mondo che continua ad esserci anche quando noi siamo un passo più avanti… anche quando noi scenderemo