Atto d'amore-scena unica, di lettura e scrittura...

Una recente affermazione di MichiWeb circa un libro di Heinrich Böll mi ha fatto riflettere in merito alla scrittura ed ha esteso la mia riflessione ad altro aspetto del rapporto fra lo scrittore ed il lettore .

Durante l’atto del leggere quanti e quali livelli sono evidenti a chi legge circa la scrittura stessa?
Proviamo ad immaginare che quel che segue valga per ogni cosa scritta , dalla grandi opere letterarie agli articoletti di cronaca rosa , dal quadernetto delle confessioni di un adolescente fino agli slogan sui muri .

Ovviamente una lettura superficiale mostra l’oggetto o il soggetto descritto, evidenzia e dipinge i paesaggi ed i personaggi, racconta le trame.A questi elementi si appassiona il lettore, questi lo spingono a continuare un libro , un articolo o quant’altro.
E’ altrettanto vero comunque che ciò che viene scritto mostra soprattutto chi scrive e lo mostra nella sua interezza sia che egli lo voglia o no.
Scegliere di descrivere un luogo , piuttosto che una storia, piuttosto che un personaggio denota non solo l’interesse del momento dello scrittore, ma anche il suo rapporto emozionale con l’oggetto della sua scrittura ed anche i suoi intenti ed il suo spessore.
Il bagaglio lessicale adottato evidenzia in primo luogo il talento o l’assenza di talento linguistico di chi scrive , ma anche e soprattutto le sue caratteristiche umane nel bene o nel male, sottolineando anche il contesto storico ambientale ed emozionale dal quale proviene, in buona sostanza ciò che vien scritto dipinge in primo luogo lo scrittore al di là di ciò di cui scrive.e molto spesso senza che l'autore ne sia consapevoleAppare evidente infatti che esistono vari stili da quello più fresco ed accattivante a quello più desueto ed ampolloso e ciascuno stile traduce lo scrittore.
La capacità poi di uno scrittore di passare da uno stile all’altro è un valore aggiunto sul quale andrebbe fatto un discorso a parte.
Si affermava dunque che lo scrittore traduce se stesso ed il lettore ci si riconosce per somiglianza e quasi mai per differenza.
In altre parole la curiosità e la passione sono quegli elementi che spingono il lettore a scegliere un tipo di scrittore piuttosto che un altro ed a proseguirne l’atto della lettura fino alla fine .

Qualcuno ha scritto che “ la scrittura è essenzialmente un atto d’amore così come lo è la lettura(… )Piegarla a scopi diversi è delittuoso e denigra sia chi scrive che chi legge
Le grandi opere letterarie sono state soprattutto un atto d’amore , sia per chi le ha scritte creando con passione storie e personaggi la storia sia per chi li ha letti. Ai primi ha regalato l’immortalità, ai secondi un passo dell’esistenza".(R.Simone)

Per concludere, chi legge si appassiona soprattutto a quelle scritture e a quegli scrittori che più gli assomigliano e verrebbe quasi da dire… ciascun lettore ha lo scrittore che si merita e viceversa.

Edited by lamya - 5/12/2005, 15:17

Questa ne vale davvero la pena, brava Laura.

Dove termina la percezione dello scritto da parte dello scrittore e dove inizia la sua inconsapevolezza al riguardo; e come sia lo scrittore, a volte, ad essere percepito dal lettore più ancora che il suo scritto.
La domanda me la posi per la prima volta, banalità tra le banalità, nei miei vent'anni: tutto era iniziato in una serata tra amici, dove alcune delle passioni che animavano la nostra vita di allora, e la lettura non era la sola, venivano scandagliate alla ricerca dei motivi ultimi delle stesse.
Nel mio caso credetti, al momento, che rispetto all'oggetto in discussione, la letteratura di Hemingway, non dovessi andare oltre alla spiegazione sul perchè mi attirasse tanto la figura di Robert Jordan, l'inglés di "Per chi suona la campana": le risposte erano anche troppo facili, in virtù di quantio vivevo all'epoca e di alcuni componenti evidenti, allora ed oggi, del mio vivere.
In realtà, come poi ebbi modo di verificare, il problema era se avessi percepito qualcosa di Hemingway stesso che non aveva bisogno del tramite romanzo, e se di questo travaso eventuale lui, nell'atto di comporre, fosse cosciente e fino a che punto.
Non vi annoio sul seguito del processo, per me importante, che trovò la sua conclusione ideale nella visita che quasi vent'anni dopo io feci, durante il viaggio di nozze, alla Finca Vigia di Cuba (ve la racconterò in un'altra occasione).
Vi basi sapere che oggi, di fronte ad un romanzo o ad un saggio, o anche un disco o un quadro, che susciti il mio forte interesse, la ricerca dell'elemento biografico e storico è pressoché immediata. E il giudizio sull'opera non è mai completo, rispetto a me stesso, fino a che non ho assunto note più o meno approfondite su chi l'ha creata, che a volte mi portano a dire il famoso "ecco perché..."

Edited by MichiWeb - 8/12/2005, 15:23