Mi capita , a volte, d’ incontrare una certa difficoltà a scrivere.
Per me scrivere è un modo di dire che ci sono. L’ho sempre fatto e credo che lo farò sempre.
Scrivo di piccole cose.
Questo è il mio mondo, è quello di cui so parlare ed è quello che sento.
Nella scrittura metto la mia interiorità; non è come parlare o stare in un salotto e spesso non ho veri e propri argomenti, mi limito a seguire il contorno dei pensieri come mi ha insegnato mio padre.
Da bambina guardavo mio padre dipingere, era bravissimo, tanto bravo che per anni non ho osato disegnare perché sapevo di non saperlo fare bene come lui.
Mi disse una volta che disegnare invece era facile e bastava prima chiudere gli occhi per vedere le cose, fotografarle e poi posarle sul foglio, il resto era semplice e bastava seguire con i colori i contorni.
E’ così che ho cominciato a disegnare … è così che ho cominciato a scrivere: vedo le cose e le disegno.
Certo c’è un rischio quando si esternano i pensieri perché ci si mostra agli altri senza sapere che uso faranno di te.
In molte popolazioni “primitive”, gli indigeni non vogliono farsi fotografare perché temono che venga loro rubata l’anima e scrivere è un po’ così, è come dire “rubatemi l’anima” e ci si disarma.
Allora ci si trova spesso ad un bivio: occorre scegliere se farsi scippare o ammucchiare i pensieri, le emozioni , le atmosfere proteggendole da chi ne farà un uso improprio.
Io non ho scelta, non posso fare diversamente anche se ... a volte ho paura.
Edited by lamya - 14/12/2005, 19:42